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Home Ambiente e rinnovabili

“L’IA può salvare vite e ridurre i danni della crisi climatica”

Maggio 2, 2025
in Ambiente e rinnovabili
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L’IA può salvare vite e ridurre i danni della crisi climatica

Dawn over the city. The sun illuminates the smog over the city

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Incontro con il leader di Legambiente, Stefano Ciafani, per parlare di intelligenza artificiale, bonus con qualche consiglio pratico per rendere sostenibili ed economici i condomini.

L’intelligenza artificiale è nel mirino di molti critici per i rischi sulla privacy, per il controllo che potrebbe avere fra pochissimi anni sui nostri processi produttivi e per il potere che dà a chi la gestisce. C’è poi anche il tema non banale dell’immenso fabbisogno energetico che i suoi computer richiedono. Ne parliamo con Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, associazione che da più di 40 anni si batte in modo molto concreto per un pianeta che faccia convivere il progresso con la salvaguardia dell’ambiente e della salute di chi ci abita. Facciamo con lui il punto su molti dei temi che sono cambiati negli ultimi mesi, dai bonus alle rinnovabili in condominio, partendo proprio dall’IA.

Presidente prima di parlare delle sue applicazioni concrete le chiedo come alimenteremo l’intelligenza artificiale che ha un fabbisogno energetico gigantesco.

L’IA è uno strumento potente che va gestito e regolato perché possono esserci degli abusi o degli usi non corretti che potrebbero creare problemi. C’è sicuramente il tema del consumo energetico che però si può tranquillamente gestire con le tecnologie che oramai vanno per la maggiore nel mondo. Mi riferisco alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Qualcuno dei grandi player tech, ad esempio Microsoft, però lavora a reattori nucleari per alimentare l’IA nei prossimi anni. Andrà così?

Al momento ci sono degli accordi per capire se da qui a dieci anni si potranno dotare le giga factory di piccoli reattori modulari nucleari, che però a oggi non esistono a livello commerciale. Gli stessi produttori di tecnologia nucleare tradizionale dicono che i primi Small Modular Reactor potrebbero pragmaticamente entrare in funzione fra dieci anni, se tutto va bene, ma fra dieci anni è probabile che l’IA sarà talmente avanzata da essere molto più efficiente energeticamente. Il futuro è nelle rinnovabili e non nel ritorno al nucleare che è la fonte di energia più costosa che c’è.

Alimentare i giganteschi capannoni per i computer che servono all’IA con le rinnovabili è realistico?

Assolutamente sì, dipende poi da dove le realizzano, in molti luoghi del mondo la produzione di energia da fonti rinnovabili è assolutamente una realtà. Penso a Germania, Stati Uniti, Spagna, ma penso anche all’Italia.

Che aiuto può dare l’IA all’ambiente?

L’IA può servire ad esempio per fare delle previsioni metereologiche. Nell’era degli eventi meteo estremi causati dalla crisi climatica può sicuramente aiutare. Da un lato le piogge estreme con le esondazioni drammatiche che vediamo continuamente e dall’altro le ondate di calore che portano grandi siccità. L’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per prevenire o rendere più accurate le previsioni, questo aiuterebbe sicuramente a salvare vite umane ma anche a salvare le produzioni agricole. Ma non solo, c’è poi il tema delle bonifiche ad esempio sui siti di interesse nazionale come Marghera, Taranto o il Sulcis in Sardegna, grandi aree industriali inquinate da decenni dove fare le analisi, trovare gli inquinanti, capire dove sono e dove fare gli interventi di risanamento richiede una quantità di dati difficilmente gestibile. L’uso delle intelligenze artificiali potrebbe aiutare a utilizzare al meglio questa mole di dati. E poi c’è ad esempio il tema dell’agricoltura di precisione. La possibilità di poter intervenire sui terreni agricoli con quantità di acqua, solo laddove è necessario e quando è necessario, utilizzando il minimo indispensabile di prodotti fitosanitari. Questo può aiutare a ridurre le quantità di acqua e l’uso dei pesticidi.

Parliamo di casa e di condomìni. Puntiamo spesso il dito su traffico e fabbriche ma gli edifici civili hanno un peso enorme sull’emissione di Pm10 o dei gas climalteranti. Le nostre case inquinano?

Le nostre case inquinano in due modi diversi. Da una parte per quanto riguarda le emissioni in atmosfera con i sistemi di riscaldamento tradizionali come le vecchie caldaie a carbone, che fortunatamente sono quasi completamente debellate. E poi c’è un’altra fonte di inquinamento che è quella causata dalle grandi dispersioni termiche. Nel caso di edifici poco coibentati e quindi poco efficienti sotto il punto di vista energetico la necessità di scaldarli molto o di raffrescarli è una fonte di inquinamento perché l’elettricità che viene utilizzata per far andare le pompe di calore è bene ricordare che per 42% in Italia è prodotta dal gas. Quando avremo il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia, e speriamo che al 2035 questo sarà una realtà, a quel punto potremmo dire di avere ridotto fortemente tutte le emissioni che arrivano dal settore dell’edilizia.

Gli incentivi alle ristrutturazioni, ovvero i bonus, degli ultimi decenni sono serviti a ridurre le emissioni?

Sono serviti intanto a fare emergere dal nero e in termini di maggiori entrate fiscali per il Paese, che già non è poco. Grazie alla cessione del credito oggi l’impatto positivo riguarda inoltre non più solo le famiglie che potevano permettersi i lavori anticipando i soldi ma anche le altre. Sul 110% però va detto che c’è stata una narrazione mediatica distorta che ha portato a togliere il bonus mentre la maggior parte delle truffe è avvenuta sul bonus facciate e sull’ecobonus 65%, dove non c’erano massimali e non c’erano i controlli previsti invece per il Superbonus. Rischiamo che questa campagna contro il 110% faccia venir meno quel sistema di incentivazione che è fondamentale per permettere all’Italia il rispetto di quanto previsto dalla direttiva europea sulle case green. È una grande sfida per permettere alla filiera dell’edilizia di non dover andare a costruire nuove case e nuovi condomini. Se non organizziamo per tempo un sistema per poter incentivare rischiamo di arrivare tardi e l’Europa, come è noto, i ritardi non li ammette quindi rischiamo anche di pagare le multe.

Gli obiettivi europei sulla casa però vengono descritti quasi come una patrimoniale.

La verità è che le regole europee consentiranno di non pagare più la patrimoniale che paghiamo da anni e che sta nelle bollette dell’elettricità e del gas che sono molto onerose, quindi bisogna cambiare.

Ci può dare qualche consiglio pratico che chiunque può adottare o portare in assemblea di condominio per rendere più efficienti i nostri palazzi? 

Beh intanto installare pannelli fotovoltaici è molto semplice oggi, sulle attività di edilizia libera sono state fatte fortunatamente delle semplificazioni e questo riduce le bollette. Poi l’illuminazione negli spazi comuni con lampadine a basso consumo e sicuramente i pannelli fotovoltaici plug-in per chi ha un balcone assolato. Una cosa che però vorrei davvero consigliare però sono le comunità energetiche rinnovabili che oggi possono essere realizzate anche solo da una parte dei condomini o addirittura da un condomino da solo e che consentono di compartecipare anche del ritorno economico della produzione di energia rinnovabile.

È un fenomeno in crescita?

Assolutamente sì, anche se ci sono ancora un po’ di orpelli burocratici che stiamo cercando di far rimuovere. Ma ci sono centinaia di comunità energetiche che stanno nascendo nelle città italiane. Il Comune di Roma, ad esempio, sta promuovendo 15 comunità energetiche rinnovabili e solidali nei 15 municipi della città. Ma anche molte parrocchie lo stanno facendo con pannelli sui loro tetti.

Nel suo condominio è riuscito a far approvare qualche proposta?

Ho chiesto di realizzare l’impianto fotovoltaico sul tetto ma l’assemblea condominiale è stata è stata a dir poco timida. La verità è che c’è una resistenza diciamo psicologica che in alcuni casi è anche più forte di quella burocratica. Poi nel mio condominio ci sono tante persone anziane che magari fanno un po’ più di fatica non solo a comprendere il senso della iniziativa, ma anche a fronteggiare dei costi. Sicuramente però tornerò presto alla carica.

Leggi tutti gli articoli a tema Ambiente e Rinnovabili

di Andrea Battistuzzi – Giornalista
direzionerivista@condominiozeroproblemi.it

Tags: Apertura

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