La crisi nell’Est Europa e il contesto energetico hanno spinto il governo a semplificare le norme per passare alle energie rinnovabili. Ecco come si possono installare oggi pannelli fotovoltaici per abbattere i costi e approfittare dei bonus.
Con il nuovo decreto legge n. 17 del 1° marzo 2022 il governo ha inteso adottare delle misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Tra le varie misure previste vi è quella di semplificazione della procedura di installazione degli impianti fotovoltaici a pertinenza e ad uso delle abitazioni.
Il provvedimento intende facilitare il processo di riqualificazione energetica degli immobili, ove la produzione di energia tramite pannelli solari fotovoltaici, assume un rilevante significato.
Precedentemente l’iter autorizzativo non presentava particolari difficoltà, se non quelle dettate dai tempi di espletamento burocratico dell’allaccio alla rete pubblica gestita da più enti, per immettere in essa tutta l’energia prodotta o al netto di quella consumata sul posto. Di fatto la semplificazione agevola la procedura amministrativa urbanistico-edilizia, ma precisa e mantiene alcune condizioni quando l’impianto viene installato in contesti storici e paesaggistici vincolati.
Non basta ovviamente un solo articolo divulgativo ad illustrare i contenuti procedurali, tuttavia l’impegno della lettura del nuovo dispositivo legislativo a modifica di quelli precedenti, va eseguito analizzando anche le reali convenienze correlate alla installazione di impianto fotovoltaico che contribuisca ad alleggerire la spesa energetica delle famiglie, in uno scenario incerto, determinato dal costo del gas fossile in aumento fisiologico, ma imprevedibilmente aggravato anche dalle crisi internazionali belliche in atto attualmente nell’Est europeo.
Sostenere che installando il fotovoltaico ci si affranchi da tali problemi, è un messaggio “fake”, illusorio, tuttavia nel caso specifico ha una sua efficacia. Se poi non si interviene con programmazioni di più ampio raggio che investono il territorio nazionale, rimarrà sempre insistente una componente di costo energetico rilevante. Con ciò si vuole sottolineare che, se le centrali che producono energia sono alimentate da gas fossile, la quota residua di energia elettrica consumata oltre a quella prodotta per fonti rinnovabili, laddove possibile installare gli impianti, sarà soggetta a continui aumenti. Pertanto il tutto va coordinato in uno sforzo sul territorio nazionale per il quale, onestamente, nel provvedimento adottato si riscontrano significative misure.
Chiusa la doverosa premessa, passiamo al tipico esempio sui vantaggi dell’impianto fotovoltaico prendendo in esame quello a servizio di una o più unità abitative.
La principale convenienza proviene dal fatto che, attualmente, per installare un impianto fotovoltaico, si ha diritto ad usufruire della detrazione al 50%.
La detrazione fiscale è fruibile oggi solo da chi installa un impianto al servizio di una casa o di condominio e per immettere in rete l’eccedenza dell’energia prodotta tramite una connessione alla stessa.
Va quindi posto in essere un contratto di scambio sul posto. Con tale modalità, la rete elettrica raccoglie l’energia prodotta in surplus a quella utilizzata. Questa cessione viene contabilizzata e monetizzata poi a compensazione nella bolletta.
Va evidenziato che, se l’intervento viene contestualizzato nella riqualificazione energetica complessiva del fabbricato, tramite cappotto termico o sostituzione della centrale termica con una più innovativa, si può verificare che con due tali interventi, si consegua per esso il doppio salto di classe energetica. Tale nuovo status energetico, determina la condizione di inquadrare i lavori di riqualificazione energetica nel “superbonus 110%” e ricomprendere in tale detrazione anche il fotovoltaico quale intervento trainato.
In tale caso la realizzazione dell’intervento è a costo zero. Si evidenzia però, che in tale caso non ci si può avvalere della modalità dello scambio sul posto, in quanto esso è un incentivo non cumulabile con quello del 110%, pertanto in tale caso dall’ente che riceve l’energia prodotta in eccedenza, adotta la modalità del “ritiro dedicato” per il quale è prevista una compensazione irrisoria.
A questo punto va considerata un’altra possibilità, ovvero l’autoconsumo, che prevede il caso in cui l’energia autoprodotta venga consumata sul posto e quella in eccedenza immagazzinata in batterie poste a supporto dell’impianto ed utilizzata nei momenti di picco sfavorevole di produzione del pannello fotovoltaico.
Declinare i pro e i contro di codesto impianto può esporre talvolta chi esprime delle valutazioni, a velate ipotesi di appartenenza a lobbies produttive, tuttavia tali impianti vanno inquadrati in uno sviluppo sostenibile che contiene quattro principi fondamentali :
– produzione di energia pulita a zero emissioni;
– produzione di energia senza l’utilizzo di gas fossile;
– limitata perdita dell’energia nel corso del trasporto di produzione a quello di utilizzo che data la brevità del percorso è sicuramente a quella che si verifica dalle centrali al cablaggio su tralicci e quant’altro;
– contenimento dei costi in bolletta.
Gli aspetti contrari andrebbero valutati principalmente rispetto al costo iniziale di installazione, anche se essi nel tempo vanno ribassandosi.
Il relativo ammortamento della spesa iniziale, come nel caso dello scambio sul posto, è più lungo, dato che l’ente che gestisce la rete riconosce una compensazione di ritorno irrisoria. Con l’autoconsumo si contiene tale aspetto negativo, ma ciò necessita di una attenta progettazione che parta dai reali fabbisogni, ovvero dall’analisi dei carichi installati e dalle fasi di permanenza all’interno del fabbricato dei soggetti utilizzatori.
Si ribadisce però che tutto ciò esige un’attenta politica energetica più generale che tenda ad essere più efficace e che confermi alcuni interventi necessari, quali l’azzeramento dei famosi “costi di sistema” addebitati in bolletta che costituiscono il 20% del suo costo.
© Riproduzione riservata

di Domenico Sostero, architetto
domenico.sostero@gmail.it