Entro il 2050, un italiano su tre avrà più di 65 anni. I condomìni del futuro devono diventare spazi inclusivi, sicuri e stimolanti anche per la popolazione anziana. E il ruolo dell’amministratore è sempre più centrale.
Secondo le proiezioni dell’ISTAT, entro il 2050 oltre il 33% della popolazione italiana sarà composta da persone con più di 65 anni. Un dato che ci pone tra i Paesi più longevi al mondo — ma anche tra quelli che più urgentemente devono ripensare il modo in cui si abita.
I condomìni, spina dorsale dell’edilizia urbana italiana, sono chiamati a trasformarsi: da semplici contenitori di appartamenti a spazi sociali intergenerazionali, in grado di favorire la qualità della vita, l’autonomia e la partecipazione della cosiddetta silver generation.
Adeguare un condominio all’invecchiamento non significa soltanto eliminare le barriere architettoniche o installare un ascensore. Serve una progettazione intelligente, partecipata e umana, che tenga conto dei bisogni fisici, emotivi e relazionali degli over 60.
Architetti, amministratori e progettisti stanno oggi sperimentando soluzioni che vanno in questa direzione, spesso a costi contenuti ma ad alto impatto sociale.
Vediamo alcuni esempi pratici di interventi a misura di silver generation.
Ecco alcune soluzioni che si stanno diffondendo nei condomìni più sensibili al tema. Primo fra tutti gli spazi comuni multifunzionali per attività leggere (yoga, lettura, artigianato), seguiti a ruota da Giardini attrezzati con percorsi sicuri, panchine ergonomiche e illuminazione soft.
Non devono essere disdegnate le bacheche digitali e fisiche per informare su eventi locali, servizi sanitari e attività culturali e le tecnologie smart e “domotica leggera”, come citofoni evoluti e sistemi di monitoraggio del benessere.
Bisogna considerare anche di predisporre delle sedute nei pianerottoli e corridoi più ampi, per offrire spazi di pausa e sicurezza ed effettuare dei progetti intergenerazionali, come orti comuni, doposcuola condominiali e feste di quartiere che coinvolgono nonni e bambini.
Queste azioni non migliorano solo la vita degli anziani, ma promuovono relazioni più forti, maggiore coesione e senso di appartenenza in tutto il condominio.
Contrastare la solitudine di venta un dovere sociale e un’opportunità comunitaria. La solitudine è oggi una delle emergenze silenziose più diffuse tra le persone anziane. In molti condomìni, piccoli gesti — come un invito a bere un caffè, un momento di condivisione nel cortile, una stanza dedicata alla tranquillità — fanno la differenza tra isolamento e partecipazione.
Un anziano coinvolto è una risorsa per la comunità, non un peso. E la progettazione degli spazi può e deve contribuire a mantenere vivo questo ruolo sociale.
L’amministratore di condominio ha oggi una responsabilità chiave nel guidare questi cambiamenti. Non più solo tecnico-contabile, ma facilitatore sociale, capace di intercettare bisogni, attivare risorse e proporre soluzioni inclusive.
Chi promuove iniziative per la longevità contribuisce a ridurre i conflitti tra generazioni, ad aumentare il rispetto degli spazi comuni, a rafforzare il senso di comunità e a valorizzare anche economicamente l’immobile.
Pensare a un condominio a misura di anziani non è una concessione, ma una strategia intelligente.
Perché spazi più accessibili, più umani e più stimolanti fanno bene a tutti, non solo agli over 65.
Il futuro non è solo giovane, veloce e digitale. Il futuro è anche, e sempre più, silver.
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Di Claudia Morselli, esperta marketing e IA
claudia.morselli@gmail.com