Il senior housing per anziani è un fenomeno che crescerà sempre più nei prossimi anni. Appartamenti condivisi per risparmiare e non essere soli. Che impatto avrà sui condomìni?
Quello che sembrava un problema lontanissimo per gli italiani oggi diventa realtà: l’invecchiamento della popolazione porta oggi il nostro Governo dover adottare nuove strategie per accogliere le esigenze degli over 65. Altrove il cambiamento è iniziato da tempo e presto lo vedremo nelle nostre città. Parliamo del modello senior housing per anziani o persone in là con l’età che non vogliono gravare sulla famiglia o magari non possono permettersi una struttura privata assistenziale. Questo cambiamento generazionale ha portato anche i condomìni ad adeguarsi alle esigenze della terza età, che nei prossimi anni sarà una fascia sempre più rilevante fra gli abitanti delle nostre città e dei nostri condomìni.
In un mercato dell’abitare che cambia di giorno in giorno, con un’offerta sempre più aggiornata ai bisogni della popolazione, molte abitazioni all’interno dei condomini vengono trasformate in senior housing, spazi condivisi da anziani o persone over 65 che non vogliono restare sole, che condividono spazi comuni. Parliamo di una sorta di “piccolo condominio” all’interno di un altro condominio. Una realtà di cui l’Unione Europea si occupa da anni e che sarà sempre più presente nei sistemi giuridici.
Le abitazioni con più vani letto diventano dimora per anziani single o in coppia, che occupando i singoli posti letto possono sfruttare spazi in comune per ammortizzare i costi. Questa soluzione può riguardare interi edifici ma anche singoli appartamenti, abbastanza grandi da ospitare più persone. Con una popolazione che invecchia sempre più è un modo per non isolarsi, essere più tranquilli in caso di bisogno, farsi compagnia e risparmiare sulle spese.
Il nostro ordinamento giuridico non è ancora pronto per accogliere una simile esigenza ma i cambiamenti porteranno necessariamente il mercato immobiliare ad adeguarsi. Quella del senior housing sta diventando una soluzione molto interessante per i proprietari immobiliari che oggi, traditi dalla giustizia per le lungaggini dei tempi nella gestione degli affitti e delle locazioni, dirigono i propri interessi o sul mercato turistico o sul mercato “silver”.
Se ciò che appariva lontanissimo in Italia solamente qualche anno fa oggi possiamo contare tante realtà nate nei nostri paesi e nelle nostre città che possono accogliere più persone entrate nella terza età. Si tratta di appartamenti che possono contare almeno tre o quattro vani letto abbastanza accoglienti, che possano mettere a disposizione di solito cucina e tinello, bagni, sala lettura o TV, lavanderia e asciugatrici.
Si tratta sempre di formule locatizie alternative dove il proprietario mette a disposizione l’intero appartamento con delle parti comuni e offrendo singolarmente la stanza da letto. Il senior housing è un modello che è al centro di una vera e propria rivoluzione abitativa in molti Paesi stranieri. Londra ad esempio sta vivendo da anni un fortissimo sviluppo del settore con enormi investimenti immobiliari in nuove costruzioni ad hoc. È un modello che parte dalle case in affitto per studenti dove più ragazzi condividono spazi comuni occupando singolarmente le stanze da letto.
In alcuni casi sono state costituite delle piccole cooperative dove gli ospiti della casa attraverso un atto costitutivo si impegnavano a condividere spazi comuni pagando l’intera quota del canone di locazione mensile. Può essere una soluzione al vulnus legislativo ma restano ancora oggi tanti dubbi circa la possibilità di inquadrare il conduttore come conduttore parziale o conduttore alternativo.
A chi oggi non ha la possibilità di vivere in RSA o case di cura private, a chi oggi non ha la possibilità economica e per poter gestire da solo una singola abitazione, a chi oggi non ha una abitazione di proprietà, questa soluzione diventa molto interessante per ridurre i costi di locazione e accogliere le esigenze dei proprietari immobiliari sempre più indispettiti dai nostri organi di giudiziari che accolgono in maniera sempre più tardiva le intimazioni di sfratto per morosità o finita locazione.
Per i condomini diventa una nuova alternativa a case vacanze o bed and breakfast, trovando di fronte una moltitudine di persone che occupano il singolo appartamento. Chiaramente anche qui è necessario inquadrare dal punto di vista giuridico il rapporto tra gli abitanti del singolo appartamento con il resto del condominio.
Va poi considerato l’aspetto sociale di questa evoluzione che è destinata ad avere un impatto sulla vita dei condomìni. Sarà molto interessante scoprire nei prossimi anni l’apporto educativo e sociale che gli over 65 possono portare nei condomìni, luoghi sempre più litigiosi ed appannati nella povertà delle soluzioni economiche.
Per gli amministratori di condominio diventa una nuova frontiera, un nuovo orizzonte di confronto amministrativo e sociale che porta l’amministratore a diventare non soltanto il gestore delle parti comuni ma anche il riferimento per coloro che occupano le singole stanze di detti appartamenti
Le associazioni di categoria di amministratori di condominio lanciano il segnale, al Governo l’opportunità di recepirlo nei tempi giusti.
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di Isidoro Tricarico, avvocato, presidente OGGICONDOMINIO.
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