Le estati dai condomini vuoti e silenziosi, come nel ferragosto bollente di Alberto Sordi e Stefania Sandrelli nell’ascensore di “Quelle strane occasioni”, sono oramai un ricordo del passato. L’estate riempie le città e i palazzi di turisti, in molti casi anche nelle case di chi non fa attività ricettiva che approfitta delle settimane di ferie per uno “scambio casa” e risparmiare sull’albergo in vacanza. Ben venga la libera impresa nel turismo nel rispetto della legge e, soprattutto, dei vicini. Ma come abbiamo detto tante volte le attività ricettive devono rispettare una serie di regole, dal decoro del palazzo al rispetto degli orari di riposo, alla corretta gestione dei rifiuti. La legge ha finora tollerato con un silenzio fin troppo rumoroso l’attività ricettiva di affittacamere e b&b in condominio di fatto lasciando ai proprietari degli immobili la decenza di far rispettare le norme di comportamento ai propri ospiti.
Uno dei temi sui cui come giornale vorremmo aprire un dibattito utile è quello delle spese di condominio perché non possiamo nasconderci dietro un dito e dire che avere turisti in casa sia come locare il proprio appartamento a lungo termine. Vi sono delle spese che finiscono per ricadere sugli altri condomini, una su tutte: gli spurghi delle fognature.
Se pensate sia poca cosa vi sbagliate, ogni giorno ci confrontiamo con i professionisti del settore, ditte edili, idraulici, tecnici e ragionieri, ingegneri e direttori lavori e se ne interpellate qualcuno come facciamo noi quotidianamente vi risponderanno tutte allo stesso modo: gli interventi sulle fognature bloccate sono in aumento esponenziale da anni. Secondo alcune ditte parliamo di numeri almeno triplicati in un decennio. Un aumento dovuto in gran parte al fatto che chi ristruttura casa per affittarla a turisti aumenta il numero di bagni sulle colonne discendenti del palazzo, a volte anche con un bagno per camera. Ecco così che chi fa gli spurghi trova di tutto nei raccordi del palazzo.
Eppure le spese per questi interventi sono divise per millesimi, come ha confermato anche la Cassazione nel 2017, quindi i condomini oltre a tollerare la presenza di turisti spesso rumorosi devono in moltissimi casi sobbarcarsi le spese idrauliche. Per non parlare delle spese di cambi di serratura del portone o le multe per differenziata non fatta a dovere (su questo l’Ama dovrebbe avviare una seria campagna di comunicazione verso i turisti quartiere per quartiere).
L’iniziativa privata è una conquista democratica ma non può danneggiare il prossimo, tantomeno il vicino. Ci sono oramai molti casi di palazzi nei centri storici italiani in cui i residenti sono in nettissima minoranza rispetto ai turisti e si ritrovano comunque a pagare le spese dei danni altrui. Un passo in avanti, anche a livello comunale, il legislatore dovrebbe farlo e un dibattito franco sul tema potrebbe essere un modo per aiutarlo a muoversi.

di Andrea Battistuzzi – Giornalista
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