Durante l’ultima puntata di “presa diretta” andata in onda domenica 04 maggio ’25 alle ore 21 su RaiTre si è parlato del problema emergenza abitativa in Italia, toccando i vari ambiti da quello turistico residenziale a quello studentesco. Emergenza segnalata più volte alle autorità amministrative affinché possano intervenire per tutelare al meglio i diritti dei proprietari e degli inquilini.
Ma di fatto questa emergenza tocca direttamente anche la categoria degli amministratori di condominio coinvolti in prima linea nella gestione degli spazi comuni di condomini dove sono presenti più unità abitative destinate al turismo o alla ricezione studentesca.
I giornalisti della redazione senza tener conto di quelle che sono le reali difficoltà abitative all’interno dei condomini, non ritengono opportuno interpellare alcuna associazione di categoria che rappresenti gli amministratori di condominio.
Questa grave disattenzione di fatto non aiuta a inquadrare bene quali sono oggi le maggiori problematiche derivanti dalla condivisione degli spazi comuni negli stabili condominiali.
Il boom degli affitti turistici, facilitato da piattaforme come Airbnb, ha contribuito a ridurre l’offerta di alloggi per i residenti, soprattutto nei centri storici delle città d’arte. Questo ha portato a un aumento dei canoni di locazione e a una maggiore difficoltà per i residenti nel trovare soluzioni abitative stabili. Sebbene sia stato introdotto un registro per gli affitti brevi (CIN), mancano ancora regolamentazioni efficaci per limitare l’impatto di questo fenomeno.
Partendo già da una normativa abbastanza lacunosa in tal senso, la reale gestione ricade nelle mani di professionisti che tutti i giorni prontamente intervengono a gestire al meglio le situazioni più difficoltose e i disagi creati da chi ha inteso cambiare la destinazione d’uso all’interno delle unità abitative condominiali.
Tale trasformazione ha di fatto cambiato il volto della gestione condominiale portando gli abitanti del condominio a convivere con turisti e studenti per la mera voglia speculativa di alcuni proprietari.
La crescente presenza di fondi immobiliari nel mercato residenziale ha portato a una speculazione che ha ulteriormente aumentato i prezzi degli immobili, rendendo ancora più difficile l’accesso alla casa per molte persone.
Negli ultimi anni, l’edilizia residenziale pubblica ha subito una significativa riduzione, mentre il mercato immobiliare si è orientato prevalentemente verso la proprietà piuttosto che l’affitto. Questo ha reso difficile per molte persone accedere a soluzioni abitative sostenibili, soprattutto nelle grandi città. Il fenomeno degli affitti brevi, alimentato dal turismo, ha ulteriormente aggravato la situazione, sottraendo migliaia di immobili al mercato delle locazioni a lungo termine.
In Italia, circa 9,5 milioni di abitazioni risultano non occupate, rappresentando il 27,2% del totale. Le ragioni di questa situazione includono la complessità burocratica, i rischi legati alla gestione degli affitti e la mancanza di incentivi per i proprietari a immettere questi immobili sul mercato. È ovvio che tale convivenza è abbastanza forzata se si tiene conto che i consumi reali sono nettamente diversi. Pertanto sarebbe necessario richiamare d’urgenza l’intervento delle pubbliche amministrazioni, fin troppo concentrate sulla mera bolla speculativa.
La redazione giornalistica di Rai 3 scavalca completamente quelle che sono le reali problematiche non riuscendo bene a inquadrare quali sono i maggiori disagi vissuti all’interno degli stabili.
L’assenza di politiche abitative efficaci e di incentivi per il recupero delle case vuote ha contribuito a mantenere alta la pressione sul mercato immobiliare. È necessaria una riforma strutturale che preveda investimenti nell’edilizia sociale e la promozione di soluzioni innovative come l’housing first.
La speranza è che questo vuoto venga presto colmato attraverso la revisione del servizio televisivo, interpellando chi di fatto conosce realmente i problemi del settore abitativo.
l’Italia deve superare questo gap culturale nei confronti della categoria degli amministratori di condominio a imparare a convivere con chi effettivamente si impegna a migliorare la condivisione degli spazi comuni in Italia.

di Isidoro Tricarico, avvocato, presidente del Centro Studi Oggicondominio.
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