È uno dei documenti che più spesso viene richiesto nelle pratiche comunali e immobiliari. Ma che cos’è e a cosa serve il certificato di stato di famiglia?
Ricordiamo che per famiglia si intende, dal punto di vista anagrafico, un insieme di persone che hanno dimora abituale nello stesso Comune, che coabitano e che sono legate da vincoli affettivi o di matrimonio, affinità, parentela, tutela o adozione, come precisato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 223 del 30 maggio del 1989 all’articolo 4.
Ciò premesso capiamo meglio cosa si intende per stato di famiglia e a cosa serve il certificato relativo. Lo stato di famiglia indica i componenti della famiglia anagrafica, cioè i componenti della famiglia che convivono con il richiedente e che sono legati dai vincoli sopra citati; presenta delle differenze con il nucleo familiare, che spesso viene confuso con lo stato di famiglia ma ha funzione e composizione molto diversa.
Precisamente, il nucleo familiare serve ai fini della compilazione dell’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente), necessario a dimostrare le proprie condizioni economiche per l’ottenimento di benefici. E, a differenza dello stato di famiglia, il nucleo familiare non coincide necessariamente con la famiglia in senso anagrafico.
Adesso occupiamoci del certificato di famiglia in senso stretto. Si tratta dunque del certificato che attesta la composizione della famiglia. Questo certificato può essere sostituito da una dichiarazione sostitutiva di certificazione o autocertificazione, ai sensi e per gli effetti dell’art. 46 dpr. 445/2000.
Ricordiamo, che dal 15 novembre 2021 è attivo il servizio che consente di ottenere i certificati anagrafici on line in maniera autonoma e gratuita.
Questo nuovo servizio e questa nuova banca dati nazionale consentono, attraverso una costante semplificazione e standardizzazione delle procedure, di offrire “servizi digitali” facili, accessibili, efficienti, sicuri. Inoltre, l’interoperabilità tra enti, consente al cittadino di non dover comunicare a ogni ufficio della pubblica amministrazione i suoi dati anagrafici o il cambio di residenza.
Per cui se prima le identità di tutti i cittadini erano disperse in quasi ottomila Comuni, oggi sono raccolte in un’unica anagrafe nazionale. Il certificato di stato di famiglia ha una durata limitata di sei mesi, decorsi i quali è necessario chiederne uno nuovo o prorogarne la durata con un’autocertificazione sottoscritta con la quale si attesta la veridicità dei dati in esso contenuti.
Non vi sono costi se lo stato di famiglia è richiesto in carta semplice (tranne i pochi centesimi che i Comuni possono richiedere per le spese di segreteria), mentre in caso di richiesta in carta da bollo occorre pagare una marca da sedici euro (16/00 euro).
Abbiamo anche lo stato di famiglia storico, noto anche come stato di famiglia originario che permette di attestare la composizione originaria di un nucleo familiare: in altre parole, indica come era composta la famiglia prima che i figli si trasferissero. La differenza rispetto al certificato di stato di famiglia ordinario è rappresentata dal fatto che non si fotografa una situazione attuale ma una situazione del passato.
di Carmela Pignataro, avvocato
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