Chi possiede un immobile dato in locazione conosce bene quella sensazione di incertezza che si rinnova a ogni fine mese: “Il bonifico sarà arrivato?” Per molti piccoli proprietari, il canone d’affitto rappresenta un’integrazione importante al reddito familiare, e l’eventualità di un inquilino moroso può trasformarsi rapidamente in un incubo.
Tuttavia, nel panorama assicurativo italiano esistono oggi strumenti specificamente pensati per rispondere a questo rischio. Si tratta delle polizze assicurative contro la morosità dell’inquilino, una soluzione ancora poco conosciuta ma in costante crescita, soprattutto nelle grandi città e nei mercati a maggiore mobilità abitativa.
COSA COPRE UNA POLIZZA CONTRO LA MOROSITÀ?
Ogni compagnia propone condizioni differenti, ma le coperture più comuni includono rimborso dei canoni non versati dall’inquilino moroso, generalmente fino a un massimo di 12 o 18 mensilità, a seconda del contratto; le spese legali per la procedura di sfratto e per il recupero crediti, spesso comprese integralmente; le spese condominiali insolute, se a carico dell’inquilino, in determinate condizioni. In alcuni casi, anche danni materiali all’immobile causati dall’inquilino prima della riconsegna.
È importante sottolineare che il rimborso non è immediato: in media, viene attivato dopo 3 o 6 mesi consecutivi di mancato pagamento, in concomitanza con l’avvio delle azioni legali di sfratto.
Ma serve davvero una polizza del genere?
Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo un piccolo appartamento in una città come Bologna o Torino, affittato per 750/850 euro mensili. In caso di morosità prolungata per otto mesi, il proprietario rischia di perdere oltre 6.000/6.800 euro, senza contare le spese legali e condominiali.
Una polizza che costa tra i 250 e i 400 euro annui, a seconda delle garanzie attivate, può rappresentare una rete di protezione concreta contro una perdita ben più significativa.
E no, non è uno strumento riservato ai grandi investitori o ai “palazzinari”: è disponibile anche per chi affitta una singola unità immobiliare e, nella maggior parte dei casi, non è necessario passare da una banca per stipularla. Diverse compagnie permettono di attivarla online o tramite intermediari assicurativi abilitati.
A quali condizioni si può sottoscrivere?
Perché la polizza sia efficace (e venga accettata dalla compagnia assicurativa), occorrono alcuni requisiti fondamentali, l’inquilino deve essere finanziariamente solvibile (cioè con un reddito dimostrabile o un contratto di lavoro regolare); il contratto di locazione deve essere registrato e conforme alla normativa vigente; la locazione deve essere riferita a immobili a uso abitativo e non devono esserci condizioni “borderline” (es. subaffitti irregolari, pagamenti in contanti senza tracciabilità, ecc.).
Quali sono i vantaggi per il locatore e… per l’inquilino?
Se è evidente il vantaggio per il locatore, spesso non si considera quello – indiretto ma reale – per l’inquilino: un proprietario tutelato e sereno è generalmente più flessibile e disponibile, anche in caso di difficoltà temporanee o ritardi. Il rapporto locativo, in altre parole, si professionalizza e ne beneficia la qualità della convivenza contrattuale.
Nel contesto attuale, segnato da aumentata mobilità abitativa e maggiori incertezze economiche, le polizze contro la morosità rappresentano un valido strumento di tutela per chi decide di mettere a reddito un immobile.
Non sostituiscono la necessità di una buona selezione dell’inquilino, né l’importanza di un contratto ben redatto, ma possono ridurre in modo significativo il rischio legato alla mancata percezione dei canoni.
In sintesi: meglio un affitto protetto che mille messaggi ignorati su WhatsApp.
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di Gabrio Bacchini, scrittore e assicuratore
ga.brio@libero.it