DOMANDA
Cosa possiamo fare se l’assemblea condominiale non riesce a nominare l’amministratore perché non siamo mai d’accordo sul candidato da eleggere? Siamo costretti a tenerci l’amministratore che è stato sfiduciato all’unanimità? Cosa possiamo fare se l’assemblea condominiale non riesce a nominare l’amministratore perché non siamo mai d’accordo sul candidato da eleggere? Siamo costretti a tenerci l’amministratore che è stato sfiduciato all’unanimità?
Esistono, solo due modi per uscire da tale situazione: il primo è quello di cercare di mettersi d’accordo su un nominativo comune sul quale far convogliare i tutti i voti, magari cercandolo tra un soggetto terzo che non è proposto da nessuno dei condomini, purché ne abbia i requisiti e sia di provata esperienza, affidabilità, e che fornisca a tutti quelle garanzie necessarie per essere nominato. In questo modo il condominio si libera dell’amministratore revocato e magari trova nel nuovo quello che cercava. La seconda soluzione è quella di rivolgersi al tribunale competente per ottenere la nomina di un amministratore giudiziario. Ma questa non sempre è quella più conveniente, sia dal punto di vista economico che gestionale per il condominio.
Nel caso non riesca a nominare un nuovo amministratore, anche se l’assemblea condominiale sfiducia l’amministratore del condominio, con una qualsiasi maggioranza essa venga fatta, quest’ultimo rimane ancora in carica in virtù dell’istituto della prorogatio fino alla nomina del nuovo amministratore da parte dell’assemblea condominiale o del tribunale. In questo periodo l’amministratore può svolgere tutte le attività definite ordinarie. Può quindi effettuare la stragrande maggioranza delle attività attribuitegli dalla normativa vigente (riscuotere le quote condominiali, pagare i fornitori, effettuare il recupero dei crediti nei confronti dei morosi, rappresentare il condominio ovunque, ecc. ecc.).
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di Battista Praino Amministratore
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