DOMANDA
Ho fatto richiesta all’amministratore del mio condominio di potermi distaccare dall’impianto di riscaldamento centralizzato condominiale in quanto ristrutturando il mio appartamento mi sono dotato di un impianto autonomo a pompe di calore. L’amministratore mi ha risposto che così come formulata la richiesta non era possibile senza dirmi cosa fare. Mi può dare delucidazioni al riguardo?
Va premesso che ogni condomino ha diritto di distaccarsi dall’impianto centralizzato di riscaldamento condominiale se ne sussistono le condizioni oggettive. Vediamo innanzitutto qual è la procedura corretta per richiedere ed ottenere il distacco e quali obblighi comportano per il richiedente l’ottenimento di quanto richiesto.
La richiesta deve essere effettuata obbligatoriamente in forma scritta e deve essere accompagnata da una relazione dettagliata redatta da un tecnico abilitato dalla quale risultino due elementi essenziali per il buon fine della richiesta di distacco:
che non comporti “un aggravio di spese per gli altri condomini”;
che non comporti una disfunzione nell’impianto centralizzato, la norma parla di “notevoli squilibri di funzionamento dell’impianto”.
Se sono rispettate e dimostrate, con la relazione redatta del tecnico che se ne assume la totale responsabilità, l’amministratore non può far altro che prendere atto dell’avvenuto distacco e richiedere un accesso nell’appartamento per verificare quanto effettuato. Non è necessaria alcuna autorizzazione assembleare, ma l’onere della prova di quanto sopra riportato è a carico del richiedente.
Onere dell’amministratore è solo quello di darne comunicazione al condominio nella prima assemblea.
Questo non significa che chi si è distaccato non partecipi più alle spese condominiali. Restano in ogni caso a suo carico le spese sostenute dal condominio:
per la manutenzione straordinaria dell’impianto, in quanto si rimane sempre proprietari dell’impianto in proporzione millesimale;
per consumi definiti cosiddetti “involontari”, che sono dati da quella quota di consumi che il condominio sostiene a prescindere dall’uso che i condomini facciano dei singoli caloriferi privati (costi dovuti allo spunto iniziale per l’accensione dell’impianto e alla dispersione della rete di tubazioni condominiali) e che vengono ripartiti su base millesimale.
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di Battista Praino Amministratore
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