In Europa la domanda di bunker è in aumento da anni, che tipo di permessi servono per realizzarli in Italia e come si costruiscono?
Chi più, chi meno ce lo siamo chiesto tutti in questi anni di terribili tensioni internazionali, crisi pandemiche e minacce nucleari diffuse alla leggera: nel peggiore dei casi dove mi rifugio? Bunker, panic room, rifugi antiatomici e da armi chimiche. In molti hanno deciso da qualche tempo di passare dalla fantasia alla pratica costruendosi un rifugio e, infatti, la domanda di bunker privati sta salendo in Europa da anni. Una prima ondata di emergenza è iniziata con la pandemia del 2020, poi la guerra in Ucraina e le tensioni con la Russia hanno negli ultimi anni spinto molti cittadini a informarsi e a costruire bunker come rifugio in caso di guerra. Secondo le stime delle aziende la domanda di bunker in Europa sta crescendo ovunque con Spagna, Germania e Paesi Baltici in testa alla classifica dei Paesi in cui i privati hanno messo in moto le ruspe e cominciato a scavare nel cortile di casa.
Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo ai bunker antiatomici? Quanto costano e cosa serve per costruirli? Andiamo per gradi.
BUNKER O PANIC ROOM?
La sicurezza nel proprio palazzo ha diversi gradi di preparazione. Il primo è la cosiddetta panic room, un ambiente sigillato e blindato ricavato nel proprio appartamento che nasce come rifugio in caso di aggressione in casa. Parliamo di un luogo sicuro dove tenere oggetti di valore e dove rifugiarsi in caso di effrazione. Una panic room ha porta blindata, sistema di circolazione dell’aria per potervi rimanere molte ore se non giorni, servizi igienici e una piccola scorta di cibo e medicinali. La panic room però ha dei limiti, consente di proteggersi da aggressioni anche armate (magari in un contesto bellico) ma non mette al sicuro da un attacco missilistico o aereo. In caso di crollo dell’edificio la stanza non vi farà sopravvivere.
Il passo successivo è il bunker vero e proprio. Si tratta di un ambiente specificatamente progettato per resistere sotto le macerie e ad attacchi chimici o a contaminazioni nucleari, quindi di struttura più complessa di una panic room.
COME È FATTO UN BUNKER
Un rifugio antiatomico è una stanza scavata di solito nel terreno al di sotto dell’edificio (in grandi ville può essere anche separato e realizzato in giardino o in un bosco) a qualche metro di profondità (tra i 2,5 e i 4 metri sotto terra a seconda della sicurezza richiesta e del tipo di terreno). Un bunker ha pareti in cemento armato, una porta stagna e blindata di 20 centimetri di spessore, un sistema di circolazione dell’aria con filtri molto particolari pensati per i gas bellici conosciuti e un’uscita di emergenza. Per far fronte ad attacchi chimici o a un contesto drammatico di contaminazione atomica un bunker deve avere anche un’area di decontaminazione con una doccia apposita. Quanto ai servizi igienici non sempre sono previsti e in alcuni casi vengono installati dei wc “a secco” che sigillano i rifiuti organici in sacchetti che sono poi depositati in contenitori ermetici. Per le dimensioni va calcolato che un bunker per quattro persone richiede almeno 20/25 metri quadri (vanno stimati cinque metri quadri a persona) per poter sopravvivere alcune settimane.
I BUNKER IN EUROPA E IN ITALIA
Svizzera e Svezia sono le nazioni con la più fitta rete di rifugi antiatomici. Oltre 60 mila in Svezia mentre la Svizzera con 370 mila bunker conta di poter proteggere l’intera popolazione. Altri Paesi come la Germania hanno iniziato dopo lo scoppio della guerra in Ucraina a rispolverare la rete di bunker della Seconda Guerra Mondiale o a costruirne di nuovi. La Germania ha una rete di bunker in grado a oggi di ospitare poco meno di mezzo milione di persone, oltre a gallerie e stazioni metropolitane che in caso di guerra sarebbero considerate il primo rifugio per la popolazione, seppure insufficiente.
La Finlandia, che con la Russia condivide un confine di oltre 1.300 km, ha negli anni realizzato oltre 50.000 bunker in grado di ospitare l’85% della popolazione, secondo quanto riferisce la Protezione Civile tedesca che sta lavorando per rimettere in sesto i vecchi rifugi.
L’Italia è più sguarnita anche per via della posizione geografica che la tiene più lontana dal confine dell’Europa orientale. Non esiste ufficialmente nessun elenco di bunker antiatomici nel nostro Paese anche se diversi privati si stanno muovendo. L’unico bunker ufficialmente costruito per esigenze belliche dopo il 1945 è il “West Star”, progettato dalla Nato in piena Guerra Fredda (anni ’60) per ospitare 500 persone (si trova ad Affi, vicino Verona) ma anche questo negli anni Duemila è stato preparato per la dismissione. Esistono poi dei vecchi rifugi dell’epoca della guerra che in molti casi sono musei, come quelli di Villa Torlonia e Villa Ada a Roma. A Milano il più famoso è il Rifugio antiaereo 87 di circa 200 metri quadrati, a pochi passi dal cimitero monumentale che regolarmente utilizzato durante l’ultima guerra.
COSA SERVE PER COSTRUIRE UN BUNKER
Ci sono Paesi che hanno molto semplificato la normativa per ragioni di sicurezza. La Svizzera ad esempio è famosa per aver stabilito già dagli anni ’60 che le nuove costruzioni devono essere dotate di bunker per gli abitanti del palazzo. In Italia la cosa è più complessa, sia perché non abbiamo normative simili e sia perché le nostre città sono spesso costituite da edifici storici in cui sarebbe difficile scavare fra le fondamenta.
Un bunker è di fatto un nuovo edificio per la legge italiana (TU edilizia 2001) per cui non è sufficiente la presentazione di una CILA o di una SCIA, è necessario il permesso a costruire. Il progetto deve prima quindi essere approvato dal Comune e deve essere redatto da tecnici abilitati che includano anche un parere geotecnico, che tenga conto dei calcoli strutturali. Non proprio una passeggiata.
POSSO COSTRUIRE UN BUNKER IN CANTINA?
La cantina è sicuramente una soluzione più semplice ma ci sono diversi limiti da considerare. Innanzitutto nella maggior parte delle cantine non è possibile ottenere un’uscita di emergenza in grado di non essere ostruita dalle macerie. In secondo luogo le pareti di una cantina non sono pensate per resistere agli urti di un conflitto bellico o di un crollo del palazzo. Per questo un progetto simile imporrebbe di fortificare la struttura con pareti in cemento armato. Molte cantine inoltre non sono a grande profondità e questo le renderebbe meno sicure. Certamente in città è la soluzione più facile.
QUANTO COSTA REALIZZARE UN BUNKER
Facendo delle ricerche in rete sui siti specializzati si riscontrano più o meno cifre omogenee che stimano una spesa di circa 60.000 euro per la realizzazione di un bunker che preveda anche lo scavo del terreno. Si può spendere anche qualcosa di meno ma vanno tenute presenti le dimensioni minime e la capienza. Il costo varia chiaramente da quante persone il bunker dovrebbe ospitare. Per un bunker in cantina invece vanno calcolati almeno 1.200 euro al metro quadro per fortificare la struttura e installare l’impianto di circolazione dell’aria con i filtri, oltre alla blindatura delle porte.
I PRIMI BUNKER PRIVATI IN ITALIA
Ci sono diverse aziende in Italia che si offrono per la progettazione e realizzazione di bunker privati. A Brescia è in costruzione il primo bunker village privato, con otto appartamenti rifugio che partono da circa 180mila euro di costo. Un caso che ha fatto notizia è il primo bunker antiatomico in un condominio italiano che aprirà presto a Torino. Si tratta però di un caso difficilmente replicabile perché il condominio sorgerà nello storico palazzo Alfieri, ex sede del Banco di Napoli nel cui caveau sotterraneo verrà realizzato un bunker antiatomico per tutti gli abitanti.
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di Andrea Battistuzzi – Giornalista
direzionerivista@condominiozeroproblemi.it










