Nel 2025 cresce il numero di condomìni che trasformano le aree comuni in ambienti di socialità e benessere, grazie a progetti culturali, eventi tematici e iniziative condivise. Il ruolo dell’amministratore è sempre più centrale.
Chi l’ha detto che per viaggiare bisogna salire su un aereo? Sempre più spesso, nei condomìni italiani, si viaggia… restando sotto casa. Giardini, terrazze, ex sale riunioni dimenticate stanno cambiando volto e funzione, diventando spazi esperienziali: piccoli teatri urbani dove si coltiva cultura, comunità e qualità dell’abitare.
Il condominio come palcoscenico di esperienze
Da semplici cortili a veri e propri “micro-festival”: nascono cineforum all’aperto, laboratori creativi per adulti e bambini, concerti acustici, letture collettive, serate gastronomiche dedicate ai sapori del mondo, sessioni di yoga al tramonto. Non si tratta di iniziative calate dall’alto, ma di esperimenti partecipativi che partono dal basso, grazie a condòmini intraprendenti e amministratori lungimiranti.
Questo nuovo approccio alla vita condominiale è figlio anche della pandemia, che ha spinto milioni di persone a ripensare la casa non solo come rifugio, ma come centro della propria vita sociale.
Design urbano di prossimità: quando la bellezza è (anche) relazione
Non si tratta solo di organizzare attività. Molti condomìni stanno ripensando l’estetica degli spazi condivisi: illuminazione soft, aree lounge, orti comuni, librerie condominiali, pareti per proiezioni o murales, arredi sostenibili e colorati.
Questi interventi migliorano il decoro, certo. Ma soprattutto hanno un forte impatto sociale: favoriscono l’incontro, riducono i conflitti tra vicini, aumentano il senso di appartenenza. Un condominio curato e vissuto è anche un condominio più rispettato.
Vediamo degli esempi reali in alcune delle maggiori città italiana.
A Milano, Bologna, Torino, Napoli sono già attivi progetti pilota sostenuti da enti locali e associazioni:
– Un cortile, mille storie (Torino): rassegna di letture e cinema d’autore per tutte le età;
– Orto in condominio (Milano): spazi verdi riqualificati da bambini e anziani con finalità educative;
– Giardino del mondo (Napoli): installazione botanica con piante provenienti da vari continenti.
Tutti esempi di come l’immaginazione sociale possa trasformare un semplice cortile in un viaggio culturale.
Questa trasformazione comporta un cambio di paradigma anche per l’amministratore di condominio. Non più solo gestore di bilanci e riparazioni, ma “facilitatore di comunità”: colui che crea ponti, ascolta proposte, agevola, coordina e – quando serve – guida. Un amministratore attivo su questi temi rafforza il proprio ruolo professionale, crea ambienti più armoniosi, previene conflittualità e valorizza il patrimonio immobiliare.
Queste esperienze non sono riservate a condomìni esclusivi. Basta uno spazio minimo, un po’ di spirito collaborativo e la volontà di fare rete. Anche una semplice panchina sotto un albero può diventare il cuore di un nuovo modo di abitare.
Abitare è anche condividere. Infatti, viaggiare non significa solo spostarsi. Significa anche cambiare prospettiva, aprire la mente, connettersi. E se bastasse aprire la porta di casa per scoprire nuovi mondi, storie e relazioni?
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Di Claudia Morselli, esperta marketing e IA
claudia.morselli@gmail.com