Dalla carta alla tracciabilità elettronica: cosa cambia per imprese, cantieri e attività in immobili commerciali e condominiali
C’era una volta, tanto tempo fa, il registro dei rifiuti. Era un tomo cartaceo, diligentemente compilato per annotare il tipo di rifiuto conferito e la sua destinazione. Per anni ha accompagnato imprese, cantieri, trasportatori e gestori ambientali lungo tutto il territorio italiano. Ma con il tempo, l’affidabilità e l’efficienza del registro cartaceo hanno mostrato i propri limiti: errori di compilazione, difficoltà nella ricerca dei dati e una tracciabilità spesso lacunosa.
Con la digitalizzazione si è aperta la strada a un cambiamento epocale: è nato così il RENTRI – Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti, introdotto dal decreto 59/2023 e gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Il RENTRI ha l’obiettivo di migliorare la tracciabilità dei rifiuti, prevenire lo smaltimento illecito e semplificare gli adempimenti amministrativi per le imprese. Si tratta di un sistema digitale obbligatorio che, progressivamente, sostituirà i registri cartacei, i formulari e le dichiarazioni ambientali tradizionali.
CHI DEVE ISCRIVERSI AL RENTRI?
L’obbligo di iscrizione riguarda:
- Impianti di trattamento, trasportatori, commercianti e intermediari di rifiuti;
- Consorzi per il recupero e riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti;
- Imprese ed enti produttori di rifiuti pericolosi con oltre 50 dipendenti;
- Imprese ed enti produttori di rifiuti non pericolosi da attività industriali e artigianali, sempre con oltre 50 dipendenti.
ENTRO QUANDO?
Le imprese sono suddivise in piccole, medie e grandi, con scadenze di adesione differenziate:
- 15 dicembre 2024 – 13 febbraio 2025: imprese con oltre 50 dipendenti;
- 15 giugno 2025 – 14 agosto 2025: imprese con 11-50 dipendenti;
- 15 dicembre 2025 – 13 febbraio 2026: imprese con fino a 10 dipendenti.
IL RENTRI E IL SETTORE IMMOBILIARE: CI SONO IMPLICAZIONI?
Apparentemente il RENTRI potrebbe sembrare lontano dalle dinamiche del settore condominiale. Tuttavia, alcune situazioni coinvolgono direttamente o indirettamente condomini, amministratori e proprietari immobiliari.
1. Lavori straordinari e cantieri edili in condominio
In occasione di interventi come rifacimento facciate, impermeabilizzazioni, bonifiche o lavori di efficientamento energetico, vengono generati rifiuti speciali. Il soggetto obbligato alla tracciabilità è l’impresa appaltatrice, che dovrà iscriversi al RENTRI e gestire i rifiuti secondo la normativa vigente.
L’amministratore di condominio non ha obblighi diretti di iscrizione, ma deve vigilare che l’impresa sia in regola, richiedendo documentazione come:
- Iscrizione al RENTRI;
- Formulari identificativi dei rifiuti;
- Registri digitali di carico e scarico.
Esempio pratico
Un condominio affida i lavori di rifacimento tetto a una ditta che rimuove vecchie guaine bituminose (rifiuti speciali). L’amministratore deve assicurarsi che i rifiuti vengano correttamente tracciati, per tutelare il condominio da eventuali responsabilità ambientali.
2. Immobili commerciali o industriali in locazione
Nel caso di immobili di proprietà destinati a usi produttivi, i conduttori (aziende o artigiani) che producono rifiuti speciali possono essere obbligati a iscriversi al RENTRI. I locatori non hanno obblighi diretti, ma dovrebbero inserire clausole contrattuali che impongano il rispetto della normativa da parte dei conduttori.
Esempio pratico
Una società immobiliare affitta un capannone a un’officina meccanica. La conduttrice è tenuta a iscriversi al RENTRI e a gestire correttamente i propri rifiuti. Il contratto di locazione dovrebbe prevedere che l’azienda dichiari di adempiere agli obblighi ambientali.
In definitiva, il RENTRI rappresenta un passo fondamentale verso una gestione più trasparente e sostenibile dei rifiuti in Italia. Per il settore immobiliare e condominiale, pur non essendo soggetti direttamente coinvolti, è fondamentale comprendere quando e come entra in gioco la tracciabilità elettronica dei rifiuti, soprattutto per evitare responsabilità indirette e tutelare correttamente gli interessi dei condomini e dei proprietari.
Come tutte le buone storie, anche questa vuole portarci verso un “vissero felici e contenti” in cui chi inquina viene finalmente tracciato, monitorato e responsabilizzato. Anche se, come sempre accade, qualche “strega cattiva” da smascherare ci sarà ancora. Ma questa è un’altra favola.
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di Stefania Catella, CEO di SC Services & Consulting srls
s.catella@scsrls.com