Per utilizzare l’intelligenza artificiale senza violare la privacy servono cartellonistica chiara e un regolamento condominiale aggiornato per evitare multe e spiacevoli contestazioni legali.
L’intelligenza artificiale è ormai entrata anche nei portoni dei condomini. Le telecamere di nuova generazione non si limitano più a registrare immagini: riconoscono volti, rilevano movimenti sospetti, inviano avvisi in caso di pacchi abbandonati o comportamenti anomali. Una promessa di maggiore sicurezza, certo, ma anche un terreno minato dal punto di vista della privacy. La domanda che molti amministratori si pongono è semplice: fino a che punto è lecito utilizzare questi strumenti?
Il quadro normativo
La materia della privacy è regolata da un intreccio di norme complesse:
- Art. 1122-ter del Codice Civile: consente l’installazione di impianti di videosorveglianza nelle parti comuni del condominio, ma solo previa approvazione dell’assemblea con la maggioranza prevista dall’art. 1136, comma 2.
- D.lgs. 196/2003 (Codice della Privacy), aggiornato al D.lgs. 101/2018, e Regolamento UE 2016/679 (GDPR): impongono che i dati raccolti siano proporzionati alle finalità di sicurezza, conservati per un periodo limitato e accessibili solo a soggetti autorizzati.
- AI Act dell’Unione Europea (approvato nel 2024): introduce un principio fondamentale — gli usi dell’intelligenza artificiale “ad alto rischio”, come il riconoscimento facciale in luoghi pubblici, sono vietati o rigidamente regolamentati.
In sintesi: la sicurezza non può mai diventare sorveglianza indiscriminata.
Casi pratici in condominio
Ecco alcuni esempi di applicazioni tipiche di intelligenza artificiale e privacy e il relativo inquadramento giuridico:
- Telecamere intelligenti all’ingresso → Lecite, purché segnalate chiaramente con appositi cartelli e limitate alla sorveglianza degli accessi.
- Riconoscimento facciale automatico → Vietato, poiché comporta la raccolta e il trattamento di dati biometrici, considerati “particolarmente sensibili” ai sensi dell’art. 9 del GDPR.
- Analisi di movimenti o comportamenti → Consentita solo se non sfocia in profilazioni invasive e se non consente l’identificazione diretta di persone.
- Avvisi automatici su oggetti abbandonati o anomalie → Possibili, ma devono rispettare i limiti sulla conservazione dei dati e l’accesso deve essere tracciato.
Esempio pratico:
Un condominio installa telecamere dotate di IA che segnalano la presenza di persone ferme per più di 5 minuti davanti all’ingresso. Se il sistema archivia automaticamente le immagini e identifica i volti per “riconoscere i condomini abituali”, si tratta di trattamento illecito. Se invece le immagini vengono sovrascritte dopo poche ore e il sistema non effettua riconoscimenti biometrici, l’uso è conforme alle norme.
Il ruolo dell’amministratore
L’amministratore è, a tutti gli effetti, responsabile del trattamento dei dati ai sensi dell’art. 28 del GDPR.
Deve quindi:
- informare i condomini in modo trasparente sull’uso dei sistemi e sulle modalità di conservazione dei dati;
- garantire che l’accesso alle registrazioni sia consentito solo a soggetti autorizzati (ad esempio, forze dell’ordine su richiesta);
- predisporre, nei casi più delicati, una Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA), obbligatoria quando i sistemi comportano rischi elevati per i diritti delle persone.
Ignorare questi obblighi può comportare sanzioni significative da parte del Garante per la Protezione dei Dati Personali.
Le sanzioni e i rischi
Le violazioni in materia di privacy e trattamento illecito dei dati possono comportare multe fino a 20 milioni di euro o, per le persone giuridiche, fino al 4% del fatturato annuo mondiale (art. 83 del GDPR). Per l’amministratore, il rischio non è solo economico: la mancata vigilanza può tradursi in responsabilità personale, civile e penale, nonché in conflitti condominiali difficili da gestire.
Checklist per l’assemblea
Prima di deliberare l’installazione di un sistema di videosorveglianza con IA, i condomini dovrebbero chiedersi:
- Quali dati raccoglie il sistema?
- Per quanto tempo vengono conservati?
- Chi potrà accedervi e con quali modalità?
- Serve una DPIA?
- È prevista un’informativa visibile e comprensibile?
Una cartellonistica chiara, la limitazione delle funzioni avanzate e un regolamento condominiale aggiornato possono fare la differenza tra un condominio sicuro e uno “sorvegliato”.
L’intelligenza artificiale può rappresentare un prezioso alleato per la sicurezza condominiale, ma solo se utilizzata nel pieno rispetto delle regole e della dignità delle persone.
Come in ogni ambito tecnologico, il confine tra tutela e violazione è sottile: spetta all’amministratore — con prudenza e trasparenza — trasformare l’innovazione in sicurezza condivisa, e non in controllo indiscriminato.
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Di Claudia Morselli, esperta marketing e IA
claudia.morselli@gmail.com










